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- L'affrescu di Costa Verde
Al centro dell'affresco , coronato da una corona reale, si erge maestoso Théodore de Neuhoff (1694-1756). Nel 1736, quando sette anni fa erano iniziate le rivoluzioni in Corsica, questo misterioso viaggiatore sbarcò sull'isola, ad Aléria, roccaforte dei Matras, una delle famiglie corse più potenti dell'epoca.
Con la pretesa di poter portare al culmine la Rivoluzione e costruire uno Stato indipendente separato dalla Repubblica di Genova, Teodoro fu incoronato re di Corsica nel convento di Alesani il 15 aprile 1736.
Il suo regno fu effimero, ma produttivo. Al di là del nuovo respiro che diede alla Rivoluzione, gettò le basi per uno Stato veramente indipendente: fu redatta una Costituzione, coniò la moneta e progettò l'apertura di un'Università. La memoria locale è divisa al riguardo. Se alcuni racconti orali fanno di lui il liberatore dei Corsi, altri lo considerano un vanitoso avventuriero in cerca di ricchezza. Si dice anche che sia fuggito con le casse piene di monete. Ma la letteratura extracorsica, come il Candido di Voltaire , ha senza dubbio molto a che fare con questa immagine negativa che sarebbe bene riconsiderare oggi. Ai lati di Théodrore sono rappresentati i simboli della vita rurale e tradizionale della Corsica.
On the left, two women. The first standing and proud, located in front of a green chestnut tree, once an essential element of the economic and social balance of Corsica. This motif represents the resilience and strength of women who faced difficult rural life alongside their husbands. The second woman is shown practicing “Ochju”, a prayer based on a syncretism between paganism and Christianity, which chases away evil and evil spirits. In this way, it symbolizes an imagination made up of beliefs, legends, and myths.
Nella parte sinistra dell’affresco, Mario Emanuele Matra e Pasquale Paoli, due personnagi emblematici dell’isola, si scontrano violentemente per il potere. Tra il 1755 e il 1757, data della morte in combattimento di Matra, i sostenitori dei due uomini combatterono una bataglia sanguinosa ed equilibrata durante la quale molti perirono. Le case degli avversari furono bruciate,alberi e giardini rasi al suolo e talvolta si ricorse alla presa di ostagii. Se Paoli, uscito vittorioso da questo conflitto, è oggi divenuto una figura consesuale in Corsica, la memoria locale lega piuttosto i territori della Costa Verde al campo di Mantra. I castagneti bruciati nella regione dai Paolisti hanni segnato particolarmente questa memoria.
Nell’afresco sono rappresentati anche due edifici religiosi :
Sulla destra c’è la Cattedrale di Sant’Erasmo di Cervioni. Simboleggia l’onnipresenza della religione in Corsica.
Sulla sinistra vediamo la piccola cappella di San Mamilianu attorno alla quale si è sviluppata la leggenda della Calagnetta.
A destra è raffigurato Napoleone Bonaparte che scruta il mare, questo infatti caratterizza una leggenda locale piuttosto tenace secondo la quale l’imperatore decaduto, poi esiliato all'isola d’Elba, torno per una notte nella sua isola natale. Avrebbe attraccato a Moriani e avrebbe trascorso la notte presso “Marie Elisabeth Sicurani”, vedova del genrale imperiale “Jean-Baptiste Cervioni”.